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Stati Uniti, le prescrizioni in farmacia possono alleviare i problemi del sistema sanitario?

È giunto il momento di consentire ai farmacisti di poter firmare in autonomia determinati tipi di prescrizioni? A porsi la domanda è un’analisi pubblicato sul Journal of the American Pharmacists Association, firmata da Kayleigh R. Majercak, Graduate Research Assistant presso il dipartimento di Ricerca sui servizi farmaceutici dell’università del Maryland. «L’aumento dei costi delle cure mediche – spiega il ricercatore -, l’impatto legato all’invecchiamento della popolazione, la diminuzione del numero di medici disponibili e le difficoltà di accesso alle terapie stanno affaticando il sistema sanitario americano. Non esiste una soluzione unica capace di risolvere tutti i problemi. Tuttavia, esistono alcuni potenziali rimedi, come quello di estendere il ruolo dei farmacisti».

Majercak fa riferimento, in particolare, proprio alla possibilità di consentire a questi ultimi di firmare in autonomia alcune prescrizioni mediche: «Si tratta di qualcosa che potrebbe far crollare delle barriere». Per ottenere tale risultato, la proposta è di «sottoscrivere degli accordi di collaborazione tra medici e farmacisti». In tal modo, nelle farmacie potrebbe essere possibile «accedere direttamente a vaccini, contraccettivi ormonali, farmaci necessari durante i viaggi, medicinali finalizzati a far smettere di fumare e altri ancora. Negli Stati in cui si è sperimentato tale sistema, i riscontri sono stati positivi».

Il ricercatore sottolinea come, in ogni caso, tale cambiamento comporterebbe un processo di «training dei vari attori coinvolti». Ma si tratta a suo avviso di qualcosa che è necessario fare, poiché «limitare l’azione dei farmacisti non consentendo loro di firmare alcune prescrizioni sarebbe dannoso: puntare su una risorsa attualmente sotto-utilizzata è meglio che tentare di reinventare tutto daccapo».
Della possibilità di effettuare alcuni tipi prescrizioni direttamente in farmacia si è parlato anche, ad esempio, in Francia, ma l’Assemblea nazionale transalpina ha preferito non approvare la sperimentazione su alcune patologie.