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Una data per riflettere sulla sicurezza dei pazienti

Lo scorso 17 settembre si è celebrata la terza Giornata mondiale della sicurezza dei pazienti, indetta per la prima volta il 20 maggio del 2019 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) durante la settantaduesima Assemblea mondiale della sanità. In Italia, a seguito della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 aprile dello stesso anno, è stata istituita nel medesimo giorno la Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita. Il colore-simbolo è l’arancione, di cui sono stati illuminati i principali monumenti, palazzi e spazi pubblici di tutto il globo. Il tema scelto per l’anno in corso è stato quello della sicurezza nell’ambito dell’assistenza materna e neonatale, dietro lo slogan “Agisci adesso per un parto sicuro e rispettoso”.

Mortalità materna e perinatale

A tale proposito, il sito Internet del ministero della Salute ha riportato alcuni dati ufficiali dell’Oms, secondo cui ogni giorno nel mondo «muoiono circa 810 donne per cause prevedibili legate alla gravidanza e al parto» e «circa 6700 neonati». Inoltre, «ogni anno circa due milioni di bambini nascono morti». Sebbene nel nostro paese la mortalità materna e perinatale siano, fortunatamente, eventi sempre meno frequenti, queste cifre impressionanti dovrebbero portare tutti noi a una riflessione sui rischi che mamme e bimbi corrono qualora il livello di sicurezza delle cure non sia adeguato. Numerose sono state le iniziative programmate a livello locale, regionale e nazionale in occasione del 17 settembre, nel corso delle quali, tra le varie tematiche, sono stati trattati argomenti estremamente interessanti e attuali come le infezioni nel corso della gravidanza, le vaccinazioni nella gestante, le conseguenze e la gestione dell’infezione da Sars-Cov-2 nella donna incinta. Tra i gravi danni che, in generale, possono essere arrecati a un paziente mentre riceve assistenza ospedaliera o ambulatoriale, si ricordano gli errori terapeutici, gli errori diagnostici, le infezioni contratte nel corso delle cure, le complicanze di procedure chirurgiche non svolte nel rispetto delle norme di sicurezza.

Cure sicure nelle strutture sanitarie

Quest’anno, ancora nel pieno dell’emergenza sanitaria, è stato particolarmente significativo ricordare alla popolazione l’importanza di cure sicure e promuoverne l’attuazione all’interno delle strutture sanitarie, sia in ambito tecnologico che terapeutico, senza dimenticare la tutela dei lavoratori coinvolti in tali contesti. Non secondari sono una comunicazione efficace rivolta alla cittadinanza, con lo scopo di aumentare la consapevolezza in materia di sicurezza di assistenza sanitaria, lo studio di percorsi assistenziali che consentano un accesso in sicurezza alle cure, senza discriminazione di sorta, e l’attenzione alle ripercussioni negative non soltanto fisiche, ma anche psicologiche sui pazienti, che possono derivare dall’aver ricevuto cure non sicure.