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Antibiotico-resistenza, l’analisi dell’Ecdc del periodo 2016-2020

“Assessing the health burden of infections with antibiotic-resistant bacteria in the Eu/Eea, 2016-2020” è il titolo del nuovo report elaborato dallo European centre for disease prevention and control (Ecdc) allo scopo di mettere in rilievo non solo i dati effettivi dell’antibiotico-resistenza in Europa, ma anche le conseguenze del fenomeno a livello sanitario. Il testo esordisce infatti sottolineando che «le infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici sono considerate una delle principali minacce per la salute globale. Gli studi precedenti hanno descritto costantemente queste infezioni che hanno un notevole impatto per la salute pubblica in termini di decessi e disabilità a esse attribuibili. Questo rapporto mira a fornire stime aggiornate del carico di infezioni con combinazioni di batterio-resistenza agli antibiotici, selezionate nell’Ue/See nel periodo 2016-2020 e a valutare l’evoluzione del fenomeno rispetto alle stime precedenti».

L’antibiotico-resistenza tra il 2016 e il 2020

Nel periodo compreso tra il 2016 e il 2020 l’Ecdc stima un numero annuale di casi di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici compreso tra i 685.433 registrati nel 2016 e gli 865.767 verificatisi nel 2019. Il 2020 è considerato un anno a sé stante a causa dell’esordio della pandemia da Covid-19, che ha cambiato radicalmente i comportamenti della popolazione e l’assistenza sanitaria. L’ammontare annuo dei decessi attribuibili a infezioni da batteri resistenti agli antibiotici è invece compreso tra i 30.730 registrati nel 2016 e i 38.710 del 2019. «Stimiamo – precisa l’Ecdc – che il 70,9% dei casi di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici sia associato all’assistenza sanitaria. Le infezioni con l’impatto più grave sono quelle da Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione, seguite dalle infezioni da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina e da quelle di Klebsiella pneumoniae resistente alle cefalosporine di terza generazione. A livello di età dei pazienti, i più colpiti sono stati neonati e anziani. Tra i Paesi più coinvolti, invece, troviamo Grecia, Italia e Romania».

Le conseguenze sulla salute pubblica

L’aumento dell’antibiotico-resistenza resta un tema allarmante per le autorità sanitarie mondiali. L’Ecdc ha voluto a questo proposito fare una stima sulle conseguenze del fenomeno in termini di numero di casi, numero di decessi e numero di anni di vita aggiustati per disabilità attribuibili a infezioni da batteri resistenti agli antibiotici. «I risultati di questo studio – sostiene l’Ecdc -confermano che sono urgentemente necessari ulteriori sforzi da parte della sanità pubblica per ridurre l’onere della resistenza agli antibiotici nell’Ue/See. Diminuire la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici avrà un effetto significativo e un impatto positivo sulla salute della popolazione e sulla futura spesa sanitaria dell’area europea. Dal momento che una quota importante delle infezioni da batteri resistenti agli antibiotici è associata all’assistenza sanitaria, restano essenziali un’ulteriore sorveglianza e ulteriori miglioramenti nella prevenzione e nel controllo delle infezioni sia negli ospedali sia nelle strutture assistenziali a lungo termine».